Sengakuji, il Tempio dei 47 Ronin

Se i racconti del Giappone feudale, di scontri tra samurai e storie di onore vi affascinano, conoscerete sicuramente la storia dei 47 Ronin.
Romanzata e rivisitata in chiave fantasy, questa vicenda è stata resa celebre in Occidente grazie all’omonimo film (non proprio connesso alla reale storia), ma qui in Giappone, il racconto originale e veritiero si tramanda di generazione in generazione ed ogni giorno il tempio dove riposano i 47 Samurai senza padrone viene visitato da persone che vengono a rendere loro omaggio.

Il Tempio dei 47 Ronin rimane un po’ fuori dai classici quartieri di Tokyo frequentati dai turisti, ma se siete degli appassionati di storia del Giappone è una tappa che vi invito caldamente ad inserire, non solo per la bellezza del luogo, ma anche per l’importante significato della storia di questi uomini leali.

 Sengakuji e la storia dei 47 Ronin

Il Tempio Sengakuji è uno dei più importanti templi del buddismo in Giappone. Appartenente alla setta Zen-Soto è il terzo tempio più importante dopo l’Eiheiji e il Sojiji ed ancora oggi è meta di pellegrinaggi, ritiri e sessioni di studio per monaci, studiosi e praticanti.
Il tempio venne fatto costruire da Ieyasu Tokugaka nel 1612, vicino al castello di Edo, ma dopo soli 30 anni venne distrutto da un incendio e ricostruito in questa zona. In realtà la sala principale è stata ricostruita dopo la Seconda Guerra Mondiale, come del resto la quasi totalità di Tokyo.
Nonostante il Sengakuji sia uno dei più importanti templi buddisti, la sua fama è legata principalmente alla storia dei 47 Ronin e del Signore di Ako, che qui riposano nelle loro tombe visitate ogni giorno da devoti giapponesi e da qualche turista affascinato da questa vicenda.
Questo episodio è così importante e famoso perchè è espressione massima del Codice del Samuraila lealtà di questi uomini nei confronti del proprio Signore, una pietra miliare della cultura Samurai e tassello fondamentale per comprendere lo sviluppo della società giapponese successiva, che anche con la restaurazione Meiji ha continuato ad aver intrinseco in sè parte del Credo dei Samurai.
Oltre al piccolo cimitero dove riposano i 47 fedeli samurai insieme al Signore di Ako ed alcuni membri della sua famiglia, è possibile visitare anche un piccolo museo commemorativo con alcuni reperti dell’epoca e tre brevi filmati della durata complessiva di 15 minuti sulla vicenda.
Se avete del tempo, incluso nel prezzo di ingresso del museo è incluso anche l’ingresso alla stanza con le statue in legno dei 47 Ronin, per ognuno dei quali è indicato il nome, l’età il ruolo e la loro paga.
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La storia dei 47 Ronin

Siamo nel 1701, in un periodo dove le guerre tra clan si sono placate sotto lo shogunato Tokugawa.
Ma l’onore ed il rispetto delle convenzioni sociali sono ancora alla base della società giapponese, e il Bushido è l’essenza che pervade i fedeli guerrieri che proteggono i loro padroni.
Questo periodo di calma apparente è in parte dovuto anche all’obbligo imposto ai vari Daimyo, di soggiornare ad Edo per buona parte dell’anno, lontano dai propri possedimenti e dalle proprie famiglie, in pratica degli ostaggi, per scongiurare rivolte e garantire la pace.
Tra questi nobili c’era anche il signore di Ako, Asano Naganori, che per conformarsi all’etichetta richiesta alla corte dello Shogun, fu posto sotto l’istruzione di Kira Yoshinaka, cerimoniere di corte.
Per l’istruzione Kira pretese una sorta di ricompensa, sebbene lui fosse di rango inferiore al Signore di Ako, e dato il rifiuto sdegnato di Asano, iniziò a trattarlo con sgarbo e disprezzo fino all’episodio che scatenò la reazione del Daimyo che cercò quindi di uccidere il cerimoniere.
Il colpo non andò a segno, ma un’aggressione armata all’interno del Castello di Edo andava punita e così il Signore di Aka fu costretto a commettere seppuku, il suicidio rituale.
Con la morte i possedimenti di Asano vennero requisiti ed ai Samurai al suo servizio venne dato l’ordine di disperdersi, trasformandoli così in Ronin, Samurai senza padrone.
47 di questi Samurai però non accettarono la sorte toccata al loro Daimyo e meditarono vendetta per quel disonore causato ingiustamente al signore di Aka. Per due anni si diedero alla macchia, alla vita sregolata ed avviarono nuove attività, in modo da non insospettire Kira, che con il tempo si preoccupò sempre meno di farsi proteggere da una folta scorta di soldati.
Nell’inverno del 1703, i Ronin capitanati da Oishi Kuranosuke, principale vassallo di Asano, fecero irruzione nella dimora di Kira e una volta scovato lo decapitarono (gli venne offerta la morte onorevole con seppuku, ma Kira non rispose e così non gli venne concesso ulteriore tempo).
I Ronin portarono poi la testa di Kira fino al Tempio Senkakuji, al cospetto della tomba del Signore di Aka, finalmente vendicato.
Si discusse molto sulla sorte dei 47 Ronin ed infine si decretò che facessero seppuku, un atto comune ed onore che generalmente i Samurai compivano alla morte del proprio padrone, e vennero poi sepolti qui, al Sengakuji insieme al loro padrone verso il quale avevano dimostrato tanta lealtà.

Informazioni sulla visita

Il Tempio dei 47 Ronin o Sengakuji  si trova nel quartiere di Minato, quasi al confine con Shinagawa. Le fermate della metro più vicine sono Sengakuji (Toei Line e JR Yamanote Line) e Shirokanedai (Tokyo Metro, a circa 1 km di distanza).
E’ aperto ogni giorno dalle 07.00 alle 18.00 da Aprile a Ottobre, mentre chiude alle 17.00 nei mesi invernali e l’ingresso è gratuito.

L’ingresso alla Memorial Hall dei 47 Ronin invece ha un costo di 500 yen e gli orari di apertura sono 09.00-16.30 in estate e 09.00 – 16.00 in inverno.

A metà Dicembre si svolge un festival in onore dei 47 Ronin e il Sengakuji e le vie vicine si riempiono di stand gastronomici ed eventi.

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