La regione del Carso è stata senza dubbio il mattatoio della Grande Guerra.
12 battaglie, combattute in pochi chilometri per anni, conquistando pochi metri e perderli poi nel successivo attacco nemico. Una linea di sangue, di nuove reclute mandate al macello, in un disperato tentativo di ridare la terra a quegli italiani che abitavano quelle terre occupate.
Ed è qui che si trova il più importante e maestoso Sacrario dei Caduti della Grande Guerra.
Sul Carso le tracce della Grande Guerra sono ancora visibili, quei luoghi cruenti sono tutt’oggi visitabili e alcune di quelle difficili trincee, le prime dove vennero usati i gas in Italia, sono ancora visitabili. Un percorso nella memoria, una tappa imprescindibile per il nostro #WarFieldTrips e una tappa che dovrebbe essere obbligatoria per ogni singolo italiano. Per non dimenticare chi è morto per noi e per la nostra Italia, unica ed unita.
Itinerari della Grande Guerra sul Carso
Il fronte isontino fu teatro di cruente battaglie, specialmente nei primi anni di guerra. Sia l’esercito Italiano che quello Austriaco ritenevano questa zona il punto fondamentale dove poter oltrepassare le linee nemiche per dilagare e raggiungere poi le capitali delle nazioni opposte.
Tra il maggio 1915 e l’ottobre 1917, nell’area dell’Isonzo, del Monte Sabotino, di Caporetto e Monfalcone, avvennero 12 battaglie. 11 offensive italiane e una, l’ultima, austriaca.
Le battaglie costarono innumerevoli perdite ad entrambi gli schieramenti, ed i principali punti di scontro furono il Monte Sabotino ed il Podgora (ribattezzato poi Calvario) intorno a Gorizia, il Monte Nero nei pressi di Caporetto e il Monte San Michele, sull’altopiano carsico.
Uno dei maggiori motivi per cui la guerra qui fu un bagno di sangue, fu il modo in cui gli ufficiali ordinarono gli attacchi, legati ancora a guerre risorgimentali e poco adatti alla guerra di trincea ed alle nuove armi sviluppate.
Tra la quinta e la sesta battaglia dell’Isonzo, che non portarono a sostanziali avanzamenti di fronte, il 29 Giugno 1916, sul Monte San Michele avvenne il primo attacco con il gas che costò la vita a circa 3000 uomini. Nell’agosto dello stesso anno iniziò poi la Battaglia di Gorizia, che portò finalmente alla conquista della città e delle cime del Monte San Michele. Le battaglie per l’avanzamento continuarono, fino ad arrivare all’undicesima battaglia dell’agosto 1917, quando l’esercito Italiano conquistò la Bainsizza. Da lì, la guerra sembrava avesse potuto essere ad una svolta a favore dell’Italia, ma fu proprio questa conquista che portò la Germania ad inviare truppe a fianco dell’esercito austroungarico e al conseguente attacco dell’esercito imperiale, che per una serie di errori e decisioni sconsiderate dei comandanti italiani come Badoglio e Capello causò la tristemente nota Disfatta di Caporetto.
In tutte le battaglie, ed in particolare nella presa di Gorizia, si distinse la Terza Armata, guidata dal Duca d’Aosta, che non venne mai sconfitta, nemmeno durante Caporetto, quando dovette ritirarsi su una linea più arretrata per limitare i danni.
Itinerario storico sul Monte San Michele
Oltre a diversi cippi commemorativi, da questo Piazzale si vede chiaramente l’Isonzo e la piana di Gorizia ed è così semplice comprendere perchè questo basso colle (meno di 300 mt di altezza) sia stato fondamentale per gli esiti della guerra.
Il Monte San Michele non è che una piccola collina, ma è proprio qui che si sono combattute cruenti battaglie per il controllo delle aree denominate Cima 1, Cima 2, Cima 3 e Cima 4. E’ qui che cippi commemorativi ricordano le numerose Medaglie d’Oro al Valor Militare che sono state assegnate ai soldati caduti sul Carso. E’ qui che tra rocce carsiche e sprazzi di vegetazione possiamo vedere la verde Slovenia ad Est e l’Adriatico a Sud-Est ed intravedere anche il maestoso complesso del Sacrario di Redipuglia.
Trincee, camminamenti e gallerie restano qui, immobili, in ricordo di quanto avvenuto un secolo fa su questo rilievo di confine.
Il piccolo Museo della Grande Guerra raccoglie fotografie, reperti e testimonianze di quella che fu la Grande Guerra sul Carso, in un’esposizione toccante di attimi di vita degli uomini al fronte.
L’ingresso al Museo include anche l’ingresso alla Galleria Cannoniera della Terza Armata che si snoda nel ventre del Monte San Michele, proprio sotto Cima 3.
(Ingresso € 3,00, aperto dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.00, chiuso il Lunedì)
Sul fianco occidentale della collina, appena sotto al Piazzale, si trova una delle trincee italiane di prima linea, ed è proprio qui che il 26 Giugno 1916 venne usato il gas tossico per la prima volta in Italia. Entrate nella trincea, ora immersa in un bosco silenzioso, un ambiente ben diverso dalla terra brulla e dai rumori degli armamenti di 100 anni fa e fermatevi un attimo ad immaginare come doveva essere al tempo…
Da San Martino del Carso a Sagrado
Dopo aver ripreso l’auto, si prosegue la discesa dal colle, verso il tanto conteso fiume Isonzo.
Qui, i campi coltivati e la vegetazione attuale nascondono un po’ il ricordo di questi luoghi, ma non è raro trovare mazzi di fiori e corone che parenti ed abitanti del luogo vengono a lasciare per ricordare i tanti uomini che qui hanno perso la vita per la Patria.
Ci hai fatto venire voglia di andare 🙂
Ne sono felice!
Non sono mai stata in questa zona, ma penso che dovremmo fare tutti un viaggio del genere perché interessante e istruttivo! 🙂
Ti ringrazio Serena, seguendo l’hashtag #WarFieldTripsWWI trovi anche le altre tappe fatte!
This article has stirred up my emotions. My grandfather died on the Carso. I live in Australia and have visited the Redipulia site. I remember that when I was little my father took me and my sister there and after visiting the chapel he started crying.
Thank you for your comment!
I can understand your feeling, places like Redipuglia are very touchung, I can imagine even more for people directly involved.
Ottimo articolo, giuste le citazioni storiche ed intinerari ben presentati, complimenti
Grazie mille!!!
mio nonno,finocchiaro giuseppe nato il 18.6.1886 in acicatena deceduto sul carso per ferite riportate in combattimento. questa è una notizia generica come posso avere una notizia più dettagliata ‘
Purtroppo non saprei proprio come aiutarti…questo è un blog di viaggi, non ho conoscenze su come recuperare maggiori info sui singoli caduti, mi dispiace…
Complimenti Michela per il bel articolo sul Monte S. Michele.
una piccola osservazione: la Brigata Sassari 151° e 152° reggimento pur essendo di provenienza della Sardegna non ha nulla a che vedere con i Granatieri di Sardegna 1° e 2° reggimento.
Ciao Giordano, grazie mille.
Ho provveduto a correggere!
Mi piace la tua iniziativa.
Esiste da quelle parti un gruppo (come “Guide Altopiano” ad Asiago) che organizza escursioni sui luoghi delle battaglie, in particolare dove ha combattuto la Brigata Sassari?
Ciao e grazie mille. Io ci ero stata nel 2016 e purtroppo ai tempi non ero riuscita a trovare nessun gruppo/associazione simile in questa zona…magari nel frattempo hanno creato qualcosa, ma non saprei dirti, mi dispiace