Il 2024 non si è aperto nel migliore dei modi in Giappone, con il terribile terremoto che il 1 Gennaio ha colpito la Penisola di Noto, la bellissima area che si estende a nord di Kanazawa, che ho avuto occasione di visitare lo scorso anno in un itinerario di 4 giorni proprio in combinata con questa città.
Purtroppo la situazione al momento è ancora abbastanza drammatica, con molti edifici crollati e strade distrutte, oltre che purtroppo diverse vittime. Secondo previsioni ottimistiche, non sarà possibile tornare a visitare questo angolo di Giappone prima dell’estate, quando mi auguro di poter tornare e contibuire io stessa all’economia locale ed alla ripresa.
La Penisola di Noto, con la sua bellezza naturale e la semplicità dei suoi villaggi ed abitanti, è una destinazione consigliata a chi ama il viaggiare lento, a contatto con le realtà locali. Vederla così ferita, sapere che cose che ho visto non esistono più e pensare che persone che ho incontrato hanno perso la loro casa, è un vero colpo al cuore. Soprattutto Wajima, città che ho avuto il piacere di visitare guidata dall’ente del turismo locale, e che ha subito gravissimi danni anche per un grosso incendio scoppiato a seguito del terremoto.
Introdurre una storia su una terra colpita da un evento sismico è un compito delicato, ma la regione va raccontata con la speranza di ispirarvi a visitarla in un futuro viaggio in Giappone.
Cosa vedere nella Penisola di Noto
La penisola di Noto si trova sulla costa occidentale del Giappone ed è un lembo di terra che si estende a nord di Kanazawa. E’ una zona GIAHS, per farla breve una sorta di Patrimonio Unesco dell’agricoltura. Qui infatti il mix di metodi agricoli ed ittici tradizionali, il tramandarsi di tecniche di artigianato locale, la bellezza naturale, la biodiversità data dal particolare clima e la forza delle comunità locali e dei festival tradizionali hanno fatto sì che questa area sia stata ammessa nella lista come sistema agricolo di importanza per l’umanità.
Come potete intuire, questo mix speciale non ha fatto grande fatica ad entrami nel cuore e per quanto questa zona sia sempre stata meno “ricca” delle vicine Kanazawa e Kaga Onsen che fiorivano grazie ai samurai, è ricca di natura e bellezza, tanto che appunto forniva sale e riso di qualità che le permettevano di brillare al pari delle altre aree dell’antica regione di Kaga, una delle regioni più floride dell’antico giappone.
Per visitare la penisola di Noto servono almeno un paio di giorni, ma se avete occasione di passare almento due notti avrete modo di approfondire maggiormente le tradizioni locali entrando maggiormente in contatto con le realtà e comunità locali.
DISCLAIMER: Al momento della scrittura di questo articolo, la Penisola di Noto non è accessibile, l’articolo viene scritto come ispirazione per viaggi futuri per aiutare l’economia della zona ed è basato sulla situazione precedente al terremoto. Alcune attività potrebbero non venire ripristinate, sarà mia premura aggiornare il contenuto una volta che si parlerà di riapertura della zona.
Nel frattempo, è possibile fare delle donazioni a sostegno degli sfollati e della ricostruzione tramite Rakuten Clutch Special Charity Fund, attivo fino al 5 Febbraio (potrebbe venir esteso), accetta pagamenti con carte estere ma un po’ macchinoso perchp richiede registrazione a Rakuten. Un altro sito afficabile è la Nippon Foundation che accetta donazioni per la Penisola di Noto fino al 31 Marzo 2024. Purtoppo la maggior parte degli altri siti richiedono la residenza in Giappone per poter procedere.
Chirihama Beach Driveway
La rete ferroviara non è particolarmente sviluppata e raggiunge solamente Nanao, dove si trova la località termale di Wakura Onsen, mentre gli autobus collegano Kanazawa e Wajima, ma non sono particolarmente frequenti. Noleggiare un’auto è sicuramente il modo migliore per visitare la penisola di Noto, che vi permetterà anche di vivere l’esperienza unica del guidare sulla spiaggia a Chirihama!
Ebbene sì, lungo questa spiaggia di 8km affacciata sul Mar del Giappone è possibile guidare proprio come su una normalissima strada…solo che siamo su una spiaggia e fuori dal finestrino vediamo le onde scivolare di fianco a noi. La sabbia è super compatta e permette di non sprofondare, regalandovi la possibilità di vivere un’esperienza davvero unoca ed emozionante, specialmente al tramonto.
Ci sono diversi punti di accesso e nessun pedaggio. Nella stagione estiva si trovano spesso anche bancarelle di cibo e persone intente a raccogliere conchiglie sulla battigia, ma nei giorni di maltempo o di mare particolarmente agitato, l’accesso viene bloccato. E’ possibile controllarne l’apertura su questo sito (in Giapponese, usate il traduttore automatico).
Noto Kongo Coast
Continuando lungo la costa occidentale, la spiaggia compatta lascia il posto ad una costra frastagliata, caratterizzata da rocce modellate nel tempo dall’erosione del mare e dei venti. Un paesaggio mozzafiato il cui punto più scenico è la Ganmon Rock, una grossa roccia con un buco largo 6 metri e alto 15 eroso dal mare, dove si dice che si sia nascosto Minamoto no Yushitsune mentre fuggiva dal fratello durante il periodo Kamakura.
E’ possibile scendere a piedi fino alla grotta e da Marzo a Novembre si ha anche la possibilità di prendere parte ad un’escursione in barca attorno a questa formazione rocciosa ed altri punti salienti della costa di Kongo.
Continuando in auto, si vedrannp anche la Totoro Rock, che ha proprio la forma di un Totoro gigante, e le “rocce sposate” di Hatago Iwa, chiamate anche Noto Futami perchè ricordano appunto le ben più famose Meoto Iwa di Futami, nella prefetura di Mie.
Wajima, il principale centro della Penisola di Noto
Wajima è la città più grande dell’area, ma l’atmosfera è comunque quella di un tranquillo paese rurale, affacciato sul mare, dove ogni mattino acquistare pesce fresco al mercato del paese.
Conosciuta tra gli estimatori per le sue lacche pregiate, Wajima è anche il paese natale di Go Nagai (il creatore di Mazinga) e sede del museo che ospita gli impressionanti carri dei Kiriko Matsuri che accendono i weekend estivi della Penisola di Noto.
Appena fuori dal centro si trovano le spettacolari risaie di Shiroyone Senmaida e un centro di produzione di sale marino dove è possibile ascoltare le spiegazioni del processo di produzione. C’è un altro articolo dedicato interamente a Wajima, lo potete leggere cliccando qui.
Suzu Salt Village
Oltre a Wajima anche a Suzu viene prodotto sale marino e qui si trova una sorta di piccolo museo dove approfondire la tradizionale tecnica Agehama di estrazione di sale dall’acqua del mare che ha una storia di 500 anni. Nel periodo estivo è anche possibile prendere parte al processo di produzione, mentre tutto l’anno è possibile assaggiare vari prodotti salati con il sale marino prodotto qui. Dovrebbe anche essere possibile fare esperienze di home stay, ospitati da famiglie che lavorano appunto nella produzione del sale. La scorsa volta non ho avuto modo di fare questa esperienza, ma è certamente una cosa che voglio fare nella mia prossima visita.
Wakura Onsen
Situata alla base della costa orientale della Penisola di Noto, Wakura Onsen è una località termale che ha beneficiato degli anni della bubble economica del Giappone, quando era spesso scelta come meta dei viaggi aziendali che le compagnie giapponesi erano solite organizzare per i dipendenti.
Di quei tempi, ora sono rimasti gli hotel-ryokan enormi, ammassati sulla costa, così da permettere di ammirare il mare dalla propria stanza e dalle vasche termali. Noi siamo stati al Ryokan Biwanso e abbiamo trovato un’ospitalità veramente superlativa, ancora più di quella che si trova comunemente nei ryokan, cibo squisito e anche la stanza karaoke prenotabile nella struttura. Anche la stanza molto bella, affacciata sul mare e super rilassante, ma segnalo che fuori dalle strutture, la cittadina è praticamente deserta….
Tuttavia per chi volesse godere delle acque termali con vista mare, quasi tutte le sistemazioni offrono anche la possibilità di accedere alle vasche pagando il ticket giornaliero, senza necessità di pernottare.
Noto Kiriko Festival, i matsuri estivi della Penisola di Noto
Nei weekend estivi, i paesi della Penisola di Noto si riempiono di magia grazie ai vari Kiriko Matsuri, in cui gli enormi carri-lanterne riccamente decorati vengono portati in giro per le strade dei paesi. Questi carri sono impressionanti, frutto di lavoro artigianale, e possono essere ammirati tutto l’anno alla Kiriko Hall di Wajima.
I vari Kiriko Festival variano praticamente ogni weekend da luglio a settembre: in alcune aree i carri lanterna vengono trasportati in mare, in altre si svolgono danze scatenate, altri ancora sono accompagnati dal fuoco e da pilastri di paglia che vengono bruciati…
E’ qualcosa di più ancestrale, legato alle tradizioni rurali ed al senso di comunità, che va oltre i classici matsuri che si trovano in città come Tokyo. Un’esperienza unica durante la quale vivere pienamente il senso di comunità di quest’area.
Io spero di avere occasione una prossima estate di assistervi e non mancherò certo di raccontarvelo, soprattutto nel mio canale Instagram.
Sebbene la penisola di Noto oggi si trovi ferita, il desiderio di ritornare è alimentato dalla speranza di un rinnovamento. La speranza è che presto si possa tornare a esplorare questa zona ricca di cultura, tradizioni e paesaggi bellissimi, contribuendo al rinnovamento di un luogo che occupa un posto speciale nel mio cuore. Nel frattempo, se vorrete contribuire ad aiutare gli sfollati e nella ricostruzione, potete fare una donazione alla Rakuten Clutch Special Charity Fund o alla Nippon Foundation.
Se in futuro vorrete poi visitare questa zona del Giappone, sarò estremamente felice di aiutarvi ad inserirla in un itinerario personalizzato per voi.
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