Mentre stavo organizzando il mio viaggio nel Nord della Thailandia, ho onestamente fatto fatica a trovare informazioni su come visitare il Triangolo d’Oro in autonomia, senza acquistare escursioni pre-confezionate, spesso in combinata con Chiang Rai, adirittura facendo un’escursione giornaliera da Chiang Mai!
Onestamente, viste le distanze e le tante cose da vedere, mi sembrava assurdo e comunque avevo già deciso di dedicare una giornata piena a Chiang Rai e pernottare lì, facendo quindi l’escursione al Triangolo d’oro in giornata da Chiang Rai. Se in autonomia o con un tour, lo avrei poi deciso una volta sul posto, magari contrattando un po’.
Alla fine, anche dato che eravamo in 4, abbiamo optato per il taxi privato per tutta la giornata per 2.000 baht che ci ha portato direttamente nei punti di interesse del Triangolo d’Oro della sponda Thailandese, lasciandoci tutto il tempo che volevamo per visitare le varie tappe.
Visitare il Triangolo d’Oro
Anzitutto, il Triangolo d’oro è un’ area piuttosto vasta, nella regione montuosa al confine tra Thailandia (provincia di Chiang Rai), Laos e Myanmar.E’ un luogo dalla bellezza naturale mozzafiato ma tristemente conosciuto per il suo passato contrabbandiero di oppio. Dal punto di vista turistico, quando di parla di Triangolo d’Oro, si indica il punto in cui il fiume Ruak (Myanmar) confluisce con il Mekong (Thailandia e Laos). Il nome deriva dai lingotti d’oro che derivavano dalla produzione dell’oppio in quest’area, particolarmente adatta alla coltivazione del papavero da oppio.
Come potete immaginare quindi, di dorato non c’è proprio nulla nella storia di questa zona, che ha vissuto le conseguenze legate alla produzione di oppio, dalla dipendenza dei consumatori alle guerre dell’oppio dell’800 e la conseguente sconfitta dell’Impero Cinese e l’inizio del colonialismo europeo in Cina. Che se ci pensiamo oggettivamente, è una causa più o meno diretta di diversi conflitti e problemi che hanno interessato -e interessano tutt’ora- la geopolitica del sud-est Asiatico.
La zona del Triangolo d’Oro è da sempre abitata da molte minoranze etniche, spesso discriminate o addirittuta perseguitate, che trovavano nel commercio di oppio una fonte di sotentamento, sebbene venissero sfruttati da chi effettivamente “vedeva l’oro”. La Thailandia ha ora vietato qualsiasi produzione e commercio del papavero da oppio e ha trasformato la regione in un importante centro culturale, dove viene data attenzione alle comunità locali.
Ma andiamo con ordine e vediamo le tappe della nostra escursione giornaliera al Triangolo d’Oro.
Sup Ruak
Una volta uno dei maggiori centri di produzione mondiale di oppio, ora Sup Ruak è un piccolo villaggio fatto di qualche casetta e diversi ristorantini e banchetti di soovenir, tutti attorno al famoso Viewpoint sul Triangolo d’oro, dove il fiume Ruak incontra il Mekong e Thailandia, Laos e Myanmar si guardano l’uno l’altro. Il punto forografico è sovrastato da un enome Buddha dorato, seduto su una barca, proprio come quella che prenderemo per una mini-crociera sul Mekong.
Il giro in barca è infatti un must: un giro di un’ora su una long tail boay al costo di 1.000 baht a persona. Scendiamo le scale fino alle acque scure e un po’ inquietanti del fiume più inquinato del mondo, che da sempre fa da sfondo e testimone alle vicissitudini dei numerosi paesi toccati dal suo corso, indossiamo i giubbotti salvagente e partiamo per la nostra crociera privata: viaggiare in bassa stagione significa essere spesso gli unici visitatori!
La barca si dirige prima a nord, avvicinandosi alla costa Birmana e poi scende oltrepassando il Kings Roman Casinò, un pezzo di Cina costruita su un terreno Laotiano concesso all’emministrazione cinese per 99 anni. Non mi dilungherò sulle controversie legate a questo casinò, ai problemi causati al territorio e ai lavoratori coinvolti nella costruzione e nell’operazione del Casinò, ma vi invito a fare una piccola ricerca perchè credo essere un turista consapevole significhi anche essere a conoscenza di alcune situazioni che si verificano davanti ai nostri occhi, soprattutto visto che durante la crociera sul Mekong sbarcherete per una mezz’oretta sull’isola laotiana di Don Sao.
A tal proposito, ero mentalmente pronta a trovarmi a visitare una zona piena di bancarelle di souvenir a prezzo decisamente gonfiato, proprio come avevo letto su vari siti, ma mi sono invece ritrovata a pagare una piccola tassa di sbarco (non segnalata all’imbarco) per visitare un luogo decisamente vuoto, con solo qualche negozio di paccottiglia contraffatta cinese.
Allontanandosi dal porto abbiamo incontrato un grazioso parco immerso nel verde, con edifici in legno e cartelli che sembravano indicate attività culturali ed esposizioni, ma ahimè era tutto completamente vuoto…non so dire se fosse il periodo o l’influenza del suddetto nuovo Kings Roman Casinò….
Hall of Opium
Un breve tragitto in auto ed arriviamo all’Hall of Opium Museum, un grande e nuovo museo sul passato della regione. L’ingresso costa 200 baht e li vale fino all’ultimo. Un museo veramente ben fatto, che fornisce una prospettiva educativa e soprattutto storica sul passato della regione, sulle guerre dell’oppio e una fortissima parte finale sull’impatto che la produzione di oppio, e tutte le altre droghe, hanno sul mondo, sull’economia, sulle guerre e soprattutto sulle persone.
Consiglio di dedicare al museo circa un paio d’ore, sia per vedere con calma la parte storica con ottime informazioni in inglese, sia per fermarsi a riflettere nella parte finale.
Ho inoltre apprezzato molto come si concluse il percorso museale: con la sala “della speranza” ed il racconto degli sforzi fatti per la riqualificazione della zona dalla Regina Madre, e gli sforzi e le attenzioni rivolte alle popolazioni locali.
Mae Sai
Sempre accompagnati dal nostro driver, dopo una ventina di minuti guidando tra verdi distese di vegetazione Thailandese, raggiungiamo la pittoresca cittadina di Mae Sai, il punto più a nord della Thailandia e il suo dedalo di bancarelle del mercato locale. Prodotti artigianali tradizionali, come tessuti, gioielli e opere d’arte, ma anche tanti vestiti, cose per la casa e oggetti quotidiani: avventuratevi in questo dedalo di negozi per un assaggio di vita locale e risalite la collina fino al Wat Phra That Doi Wao, o Tempio della Montagna dello Scorpione, così chiamato per l’enorme statua di un scorpione cheminaccioso guarda verso il Myanmar. Pare infatti che questa statua sia un monumento dedicato al Re Lanna Naresuan, che bloccò l’invasione del regno da parte del vicino regno di Burma (attuale Myanmar) e lo scorpione è un chiaro invito a Burma di non tentarci nuovamente!
E a proposito di Myanmar, è proprio qui a Mae Sai che si trova uno dei tre punti in cui è possibile passare a piedi il confine tra Thailandia e Myanmar. Pagando una tassa di 500 baht (o 10$) è anche possibile entrare in Myanmar fino a sera, senza uscire dalla zona di confine di Tachilek. Sfortunatamente quando ci sono stata io però, il confine era chiuso, ci hanno detto per evitare nuovi contagi da Covid visto che in Thailandia non era più un problema, mentre in Myanmar, complice anche la guerra civile in atto nel paese, lo era ancora.
Sulla via del ritorno potere eventualmente decidere di aggiungere una tappa al Wat Tham Pla, chiamato anche il tempio delle scimmie, per la colonia di scimmie che abbita appunto nell’area del tempio. Noi lo abbiamo saltato ed optato invece per rientrare alla base per goderci con calma una serata al Chiang Rai Night Bazaar.
Come vedete, visitare il Triangolo d’Oro in autonomia non è poi così complicato e nemmeno costoso. Se volete risparmiare ulteriormente, potete raggiungere Mae Sai con il bus locale n.18 che impiega circa un’ora e mezza e costa 134 baht. A Mae Sai dovreste poi essere in grado di trovare un driver che vi possa accompagnare a Sup Ruak e ritornare a Mae Sai ad una tariffa minore rispetto al partire da Chiang Rai.
Altri articoli utili per un viaggio in Thailandia:
-Costi ed itinerario del mio viaggio nel Nord della Thailandia
-Le spiagge meno turistiche di Phi Phi Island
-Krabi, la provincia con le spiagge più belle
Ciao Michela, il taxi privato l’hai trovato sul posto o l’hai prenotato prima? Mi puoi dire come si chiama?
Grazie.
Ciao Giada,
L’ho trovato sul posto, recandomi alla “Stazione dei Taxi” che è praticamente di fianco alla stazione principale dei bus.
Ti suggerisco anche di provare con Grab, dovrebbe esserci l’opzione di prenotare un driver per la giornata successiva, dove scrivi le tappe che vorresti fare e poi arrivano le notifiche di chi accetterebbe per quell’importo fissato da Grab. Io ho usato questa opzione qualche giorno dopo, per una giornata con varie tappe da Chiang Mai, non sono certa funzione anche a Chiang Rai, ma ti suggerirei di provare anche questa opzione una volta sul posto!
Ciao, ma è possibile spostarsi con Grab o taxi anche da Chiang Mai a Chiang Rai? Noi pernottiamo nella seconda per una notte e siamo in 4 con rispettivi bagagli e non volevamo prendere autobus. Ci sapresti consigliare?
Ciao, è possibile, ma naturalmente molto costoso (almeno 100€)….prenotando il bus in anticipo, sono meno di 10€ a testa e stareste più comodi (sono circa 3h di viaggio e in 4 le tre persone sedute dietro starebbero forse un po’ strette).