Il piccolo treno di un solo vagone, atrraversa la campagna giapponese, i campi di riso, e poi si ritrova circondato da montagne. Passa una stazione con un gatto capostazione e si ferma alla piccola stazione con il tetto in paglia.
Un breve tragitto in autobus e ci si titrova nel periodo Edo, sulla Nishi-Kaido che collega Aizu a Nikko e poi alla capitale Tokyo. Ai lati della strada in terra battuta, case in legno dai tetti in paglia, pronte ad accogliere il viaggiatore con una ciotola di negisoba fumanti, da mangiare rigorosamente con il cipollotto. Un paio d’ore sono sufficienti per visitare Ouchijuku ed al tramonto, quando le ante scorrevoli dei ristoranti e dei negozi si chiudono, il parcheggio si svuota e l’ultimo autobus riparte verso la stazione, Ouchijuku accoglie il viandante che qui cerca riposo proprio come succedeva in passato.
Ouchijuku è un piccolo villaggio spesso visitato come escursione da Aizu Wakamatsu, che appare ancora così come appariva 300 anni fa, quando era una trafficata stazione di posta percorsa da Daimyo e Samurai che si spostavano tra la capitale ed i propri territori nel nord del Giappone. Oggi come allora, si trovano qui ristoranti e negozi di prodotti locali, anche se naturalmente i prodotti venduti sono cambiati adattandosi al periodo.
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La maggior parte di queste case tradizionali sono ancora abitate e in tre di esse (una momentaneamente in ristrutturazione) è anche possibile soggiornare.
Pernottare in uno di questi edifici tradizionali, gustando prelibatezze locali dal gusto casereccio, con il cielo stellato fuori dalla finestra ed il suono che all’alba risveglia la campagna, è un’esperienza così lontanta dal traffico e le luci di Tokyo ed è impossibile non domandarsi come in Giappone il costante bilanciamento dei contrasti riesca a creare una magia perfetta, capace di legarti a doppio filo il cuore.
Visitare Ouchijuku
Ouchijuku si visita tranquillamente in una mezza giornata, e l’attrazione principale è proprio camminare sull’antica Aizu Nishi Kaido, circondati da abitazioni tradizionali ed immersi in un Giappone passato.
Gli amanti del sakè possono gustare ed acquistare un sakè locale alla distilleria all’inizio della via, mentre intorno alla metà del villaggio si può visitare l’Honjin, l’antica locanda principale dove venivan ospitati i Daimyo, ora riconvertita in un museo che raccoglie suppellettili usati nella regione durante il periodo Edo.
Per uno splendido colpo d’occhio sulle case dai tetti in paglia e tutto il villaggio di Ouchijuku, cammiante fino in fondo alla via, dove degli scalini vi condurranno fino ad un tempio ed al viewpoint immerso nella vegetazione. Sono certa che vi emozionerete e osservando il via vai delle persone sulla Nishi Kaido, vi sembrerà davvero di aver viaggiato nel tempo.
Sebbene si tratti di un piccolo villaggio, Ouchijuku è affollato di turisti in ogni periodo dell’anno, grazie anche al paesaggio bucolico che lo circonda e lo rende una cartolina perfetta in ogni stagione, quindi se volete godervi la sua atmosfera magica con tranquillità, vi consiglio di fermarvi a pernottare in una delle sue abitazioni tradizionali.
I tre minshuku Iseya, Honke Ogiya e Yamagataya (attualemente non disponibile per il pernottamento) hanno giusto un paio di stanze a testa e vanno prenotati contattandoli direttamente, tramite il mio servizio di consulenza e travel design posso aiutarvi anche assistendovi per questo tipo di prenotazioni.
I minshuku sono una sorta di b&b giapponesi: un ambiente familiare in cui si vive l’esperienza delle stanze tradizionali con futon e tatami, con il bagno fuori dalla stanza e la vasca ofuro. I pasti sono cucinati in casa, con ingredienti freschi e genuini, sembre seguendo lo stile della cucina tradizionale giapponese. Sono insomma la versione più familiare dei lussuosi ryokan.
Noi abbiamo soggiornato da Iseya, che di giorno è anche un grazioso cafè, e oltre alla pace che ci ha regalato addormentarci vedendo un intenso cielo stellato dalla finestra e i lo svegliarci con suoni della campagna in piena estate, abbiamo apprezzato moltissimo la deliziosa cucina e la freschezza degli ingredienti, tutti provenienti dai campi attorno ad Ouchijuku. Un’esperienza che non posso far altro che consigliare!
La storia dei negi soba di Ouchijuku
Il piatto simbolo, nonchè quasi l’unico che troverete, di Ouchijuku sono è il negisoba, ovvero dei soba da mangiare usando una sorta di porro ricurvo al posto delle bacchette.
Pare che nel periodo Edo, il signore di Aizu stava tornando da un villaggio nella prefettura di Nagano, e durante la pausa ad Ouchijuku uno dei servitori del clan Takato di Nagano che viaggiava con lui, venne visto mangiare la soba con sopra del daikon tritato e accompagnati da un cipollotto (negi). Il servitore spiegò che era un’usanza locale della sua area d’origine e questo piatto si diffuse nella zona di Aizu con il nome di “Takato Soba“.
In seguito, il ristorante Misawaya di Ouchijuku ebbe l’idea di usare il cipollotto al posto delle bacchette, così che venisse mangiato mano a mano che si ingurgitavano i soba, anzichè aggiungerlo solo come condimento e da allora diverntò il piatto simbolo di Ouchijuku!
Come arrivare ad Ouchijuku
Per arrivare al villaggio di Ouchijuku dovrete necessariamente prendere un taxi o il bus navetta (costo 1.000 Yen a/r, avvisateli quando salite se pernottate ad Ouchijuku) per circa 20 minuti dalla stazione di Yunokami Onsen, che tra l’altro è una delle stazioni più particolari del Giappone con un ashiyu (un onsen per i piedi) gratuito ed il tetto in paglia!
La stazione di Yunokami Onsen si trova sulla linea Aizu Railwail (quindi non coperta dal Japan Rail Pass) e può essere raggiunta in 35 minuti da Aizu Wakamatsu, 1.050 Yen, o on circa 2 ore e mezza da Nikko, passando da Yunishigawa Onsen per 2.740 Yen.
Guarda il video YouTube per immergerti in questa magica atmosfera:
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