“Portatemi nel posto più coreano di Corea”, chiede la regina Elisabetta II durante la sua visita in Corea, e così venne portata ad Andong.
Raramente inserita negli itinerari di viaggio in Corea del Sud, Andong è una tappa lontana dall’hallyu che sta invadendo il mondo a suon di K-pop e K-drama, dai prodotti e dai trattamenti di bellezza, dai set fotografici in hanbok e dai caffè instagrammabili, ma è un posto dove lo spirito della Corea persiste e dove si viene trasportati indietro di 600 anni nel tradizionale villaggio di Hahoe.
L’Hahoe Folk Village è il motivo che mi ha spinta a scegliere Andong come aggiunta a Seoul nel mio viaggio di una settimana in Corea del Sud, ma ho scoperto una cittadina graziosa e piacevole, e sono molto felice di aver deciso di non fare solo questo villaggio con un’escursione giornaliera da Seoul, ma di trascorrere invece una notte ad Andong, così da poter visitare un po’ di più questa cittadina coreana.
Visitare l’Hahoe Folk Village
Appena arriviamo con il treno rapido alla stazione di Andong, prendiamo subito un taxi per l’Hahoe Folk Village, dove lasceremo agli armadietti dell’infopoint lo zaino che ci siamo portati per la notte.
Questo villaggio ha una storia di oltre 600 anni, quando venne fondato dalla famiglia Ryu durante la dinastia Joseon, ed è arrivato ai giorni nostri ancora praticamente intatto, con diversi hanok e case tradizionali con i tetti di paglia, ancora oggi abitati. Insieme allo Yangdong Village di Gyeongju, è diventato nel 2010 Patrimonio Unesco, come rappresentazione di villaggi classici coreani in cui architettura e tradizione confuciana si incontrano.
Il villaggio di Hahoe è piccolino, si visita tranquillamente in un paio d’ore e sebbene alcuni edifici siano aperti al pubblico ed è possibile vedere la classica architettura coreana, la parte più emozionante è stato per me camminare tra le strade in terra battuta, le case in legno con tetti di paglia e i vasi per la fermentazione del kimchi. Alcune abitazioni, quelle appartenute all’aristocrazia o alle famiglie più benestanti, hanno le classiche tegole nere e vista anche la quasi totale assenza di turisti (soprattutto nel periodo invernale in cui ci sono stata io), mi è sembrato proprio di essere stata trasportata indietro nel tempo.
Hahoe è anche famosa per le sue maschere tradizionali, utilizzate per lo spettacolo teatrale più antico di Corea (anche questo patrimonio intangibile Unesco), che sono visibili all’Hahoe World Mask Museum adiacente alla biglietteria. Nel pomeriggio (tranne il periodo invernale), è anche possibile assistere a uno spettacolo gratuito all’Open Air Theatre for Hahoe Mask Dance Drama vicino alla fermata del bus.
Informazioni utili per la visita
Il villaggio di Hahoe si trova a 20 km dalla stazione di Andong (che a sua volta è a circa 7 km dal centro città) ed è raggiungibile con il bus 210 che però non è frequentissimo ed è un bus locale che impiega circa 40 minuti. In alternativa potete usare Uber per circa 20€ che impiega la metà del tempo. In entrambi i casi arriverete al parcheggio dove si trova la biglietteria, il museo delle maschere e la piazzetta con alcuni ristoranti dove vi consiglio di pranzare. Da lì si prende poi il bus navetta che porta all’ingresso del villaggio.
Il biglietto d’ingresso costa 5.000 won e, oltre alla navetta, include anche l’ingresso al Museo delle Maschere. È aperto tutto l’anno, con ingresso dalle 9:30 alle 17:30 (16:30 in inverno), ma consiglio di andarci nel weekend o di mercoledì perché così potrete assistere anche allo spettacolo delle maschere (tra Marzo e Ottobre).
A fine settembre c’è il festival delle maschere di Hahoe e il villaggio si riempie di performance e spettacoli, rendendolo ancora più imperdibile, mentre in primavera ci sono diversi ciliegi lungo il fiume che circonda il villaggio. Tuttavia, Hahoe è visitabile tutto l’anno ed in altri periodi sarete quasi gli unici turisti!
Tempio Bongjeongsa
Dopo aver lasciato Hahoe, riprendiamo un Uber che ci porta direttamente alla nostra sistemazione, la Jukheon Traditional House, una casa storica situata a pochi minuti a piedi dal tempio Bongjeongsa, che, oltre a essere un tempio del periodo Silla con una storia di oltre 300 anni, fa anche parte dei Monasteri Montani Buddhisti di Corea, registrati come Patrimonio Unesco.
Il tempio Bongjeongsa è un complesso abbarbicato su una collina e alcuni edifici in legno risalgono addirittura al 1300, il che lo rende il secondo edificio in legno più antico della Corea. L’ingresso è gratuito, e dovrebbe anche essere possibile prendere parte a dei programmi di temple stay, dei quali però non sono riuscita a trovare informazioni aggiornate in inglese.
Seongjingol Cultural Village
Come in molte città della Corea, anche Andong ha il suo villaggio con i murales. Questi Cultural Village instagrammabili però sono il frutto di un lato più cupo della storia della Corea. I Daldongnae erano infatti le zone più povere delle città, inizialmente rifugio di chi scappava dal centro città alle zone collinari, per sfuggire allo sfruttamento dei giapponesi durante l’occupazione, e poi dove la parte più povera della popolazione si ritrovò ad abitare per via della mancanza di abitazioni e del conseguente innalzamento dei prezzi delle città.
Molti artigiani ed artisti vivevano in queste aree più scomode, tra ripide scale e strade strette, e nel periodo più recente questo si è trasformato in bellissimi murales, negozietti di handmade e coffee shop.
Il Seongjingol Mural Village è in realtà stato fondato nel 2009, come progetto artistico attorno alla scuola elementare locale ed è un continuo saliscendi tra disegni e statue ovunque. Passeggiare qui è come passeggiare in un libro illustrato, dove il brivido di inseguire il bianconiglio ti spinge a salire gradini su gradini ed infilarti in piccoli vicoli da dove si aprono vedute sulla città!
Io non sono particolarmente un’amante della street art, ma Seongjingol mi è piaciuta moltissimo, forse perché così tranquilla e poco pubblicizzata (l’ho trovata girovagando su Google Maps, ma non ho trovato informazioni al riguardo) e la bellissima e tiepida giornata ha contribuito alla magia! Ogni angolo una fotografia, cercando di capire cosa rappresentassero quei colori e quelle immagini, delicati, ma così vivi.
Decisamente una bellissima sorpresa!
Altre cose da vedere a Andong
Anche cercando online, non avevo trovato molte informazioni su cosa fare e vedere ad Andong, oltre all’Hahoe Folk Village e al Tempio Bongjeongsa, ma una volta arrivata e preso il depliant turistico della città, ho scoperto che ad Andong ci sono in realtà ben 4 siti unesco (e un bene intangibile), dato che qui si trovano anche l’accademia confuciana di Dosanseowon e la Nongam House, una casa tradizionale del clan Yeongcheon Yi, dove nacque anche un importante poeta. Purtroppo non avevo programmato sufficiente tempo per visitarli e con i mezzi pubblici sarebbe stato piuttosto complicato, essendo entrambi a circa 30 km dal centro città, in direzione opposta rispetto all’Hahoe Folk Village.
Più vicino al centro, invece, potete visitare l’Andong Folk Village, dove approfondire la storia e la cultura della zona e ammirare gli edifici tradizionali ricostruiti nella parte esterna. Sempre qui si trova il ponte Wolyeonggyo, presente in moltissimi drama coreani, che viene illuminato la sera regalando un’atmosfera magica.
Per gli amanti degli alcolici, ad Andong c’è anche il Soju and Food Museum, dedicato a questa bevanda coreana a base di riso e dove potete partecipare ad un’esperienza di preparazione del soju! Non ci sono stata, quindi non vi so dire se l’esperienza è disponibile anche in inglese.
Nonostante fosse febbraio, grazie anche alla giornata di sole relativamente tiepida, ad Andong ci è piaciuto tantissimo passeggiare per il mercato centrale e le vie nei dintorni, abitate da graziose statuette di quella che immagino essere la mascotte di Andong.
Dove dormire ad Andong
Per immergersi pienamente nell’atmosfera tradizionale di Andong, noi abbiamo optato per pernottare in una casa con 140 anni di storia, sulle colline fuori dal centro, a due passi dal tempio Bongjeongsa, visitata anche dalla regina Elisabetta, la Jukheon Traditional House.
La stanza è semplice, con giusto lo spazio per i futon a terra, sempre con il riscaldamento a pavimento, ed il bagno è in comune, nella corte interna. Nel cortile esterno, eccetto in inverno, c’è anche un piccolo caffè aperto a tutti ed un piccolo magazzino-museo con tradizionali attrezzi usati nelle campagne coreane. Al mattino, viene servita una semplice ma sufficiente colazione in stanza o nella corte interna ed il proprietario è gentilissimo ed ama raccontare degli ospiti internazionali che hanno scelto questa bellissima casa per il loro soggiorno. Noi per una notte abbiamo pagato 114.000 won, circa 70€. Vicino c’è anche la fermata del bus locale che in circa 30 minuti porta in stazione, ma attenzione che le corse non sono frequentissime. Decisamente consigliato se volete vivere un’esperienza locale.
Un’alternativa altrettanto particolare ed unica, sulla quale siamo stati combattuti fino alla fine, è stata quella di pernottare nell’Hahoe Folk Village! Rakkojae è l’unica choga-house in cui è possibile pernottare. Si tratta di un gruppo di 4 case tradizionali, disegnate secondo la filosofia confuciana, con pareti di fango compresso, tetto di paglia e porte scorrevoli, e all’interno l’ondol riscalda il pavimento. Le stanze sono semplici, con i materassi a terra, ed ognuna ha il bagno privato, colazione inclusa e cena disponibile prenotandola in anticipo. Il costo è più alto, ma vale sicuramente l’esperienza di viversi la pace notturna del villaggio.


Come arrivare e muoversi ad Andong
Andong si raggiunge da Seoul con circa due ore e mezza di KTX, il treno veloce, che consiglio vivamente di prenotare in anticipo. Ci sono anche vari autobus, ma impiegano di più e si potrebbe rimanere bloccati nel traffico. Altri bus collegano Andong ad altre città coreane come Daegu o Busan. La stazione si trova circa 7 km fuori dal centro, ma ci sono frequenti bus che partono per le varie zone della città, anche se Uber rimane l’opzione migliore per ottimizzare i tempi ed è molto economico.
In generale, gli autobus coprono tutte le zone della città, ma ovviamente sono abbastanza lenti e non super frequenti. Per l’Hahoe Folk Village, ad esempio, c’è il trolley bus 210, che impiega quasi un’ora tra la stazione e il villaggio, mentre con Uber impiegherete circa 20 minuti soltanto.
Avevo anche considerato di noleggiare un’auto, ma online non mi dava nessuna disponibilità e anche Lotte Car Rental pare aver chiuso ad Andong. Arrivata in stazione, ho in realtà visto che c’era un banchetto per il noleggio auto, ma non ho chiesto perciò non sono certa sia anche per turisti stranieri o che non parlano coreano.
Nel caso servisse lasciare i bagagli in deposito, sia in stazione che all’Infopoint dell’Hahoe Folk Village, ci sono coin lockers.
Sebbene poco conosciuta, Andong è assolutamente una tappa da inserire nel vostro viaggio in Corea, soprattutto se amate la storia e le tradizioni! Online si trovano poche informazioni e anche il sito del turismo di Andong sembra non funzionare, quindi se avete visitato questa località ed avete altri suggerimenti, lasciateli in un commento, così da aiutare anche gli altri viaggiatori!
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