Wine tour a Yamanashi, alla scoperta del vino giapponese

Tutti conosciamo il Giappone per la sua produzione di Sakè, una sorta di vino ottenuto dal riso, ma difficilmente pensiamo a questo paese come un produttore di vino. In realtà la prefettura di Yamanashi, a circa un paio d’ore da Tokyo, è una zona dove si produce non solo ottimo vino autoctono, il Koshu, ma anche diversi tipi di vini ottenuti dall’importazione di vitigni europei, come il Merlot o il Cabernet Sauvignon.

In realtà la coltivazione della vite e la produzione dell’uva in Giappone ha una tradizione molto antica, i monaci buddisti della prefettura di Yamanashi coltivavano la vite già 1000 anni fa, ma al solo scopo di produrre uva da tavola. Fu solo con la restaurazione Meiji nel 1868 però che iniziò la produzione di vino giapponese.

La prefettura di Yamanashi è famosa specialmente per essere la prefettura del Monte Fuji (condiviso con la prefettura di Shizuoka), ma è anche una prefettura ricca di natura (imperdibile in primavera il Fuji Shibazakura Festival) e di storia, essendo stata regno di Takeda Shingen, di cui vi abbiamo già parlato in occasione della Rievocazione della Battaglia di Kawanakajima. Se a tutto questo aggiungiamo che è anche possibile fare un tour delle cantine, Yamanashi entra di diritto nelle tappe da inserire in un viaggio in Giappone, specialmente se siete amanti del vino.

Wine tour a Yamanashi

Tra le località di Fuefuki, Kofu e Yamanashi, si trovano moltissimi vigneti e diverse cantine, molte anche vicine tra loro e visitabili comodamente a piedi. Oltretutto spesso vengono organizzati eventi e wine tour in bus ed è in progettazione un wine resort in posizione ottimale pensato proprio per godersi al meglio la visita alle cantine.

Visitando questa zona, la prima cosa che noterete è la diversa forma della vite.
Qui i filari sono disposti in maniera molto diversa rispetto a come siamo abituati in Italia. Sono più alti, tanto che riuscivo a passarci sotto senza problemi, e la vite viene fatta sviluppare in orizzontale, parallela rispetto al suolo.
Il vitigno del Koshu inoltre è formato da una sola pianta più grossa che si dirama molto di più rispetto alle viti a cui siamo abituati, ma l’altezza e lo sviluppo sono diversi dal consueto anche per ragioni pratiche e climatiche.

Il clima del Giappone è simile a quello di altre regioni vinicole, ma presenta delle differenze fondamentali specialmente per quanto riguarda le piogge e l’umidità. Questi fattori fanno sì che l’uva debba essere mantenuta più distante dal suolo e dai numerosi insetti e che venga fatta sviluppare in orizzontale in modo da assorbire il maggior numero di luce possibile. Inoltre si cerca di utilizzare il meno possibile fertilizzanti perchè in molti casi sarebbero controproducenti.

I vitigni importati come il Cabernet invece, sono riconoscibili grazie alla loro forma solita e nella stagione delle piogge vengono riparati da speciali teloni per evitare che  venga assorbita troppa acqua e quindi il vino perda qualità.
Ultimamente, a causa del riscaldamento globale e delle temperature più miti, si è iniziato ad introdurre anche il Temporalino spagnolo, ma questa sfida è ancora in corso.

I vini giapponesi sono leggermente più dolci, spesso con un retrogusto fruttato e per il mio gusto personale sono molto gradevoli e facili da abbinare a diversi piatti. Qui a  Yamanashi ho anche avuto occasione per la prima volta di assaggiare l’Orange Wine, molto popolare in Georgia che prevede l’utilizzo di uve rosse e bianche a cui non viene rimossa la buccia. L’ho trovato sublime e non ho potuto fare a meno di portarmene a casa una bottiglia!

Attualmente solamente il 20% del vino del mercato giapponese è di produzione nipponica e solo il 6% ha il riconoscimento vino DOC (e tutti questi ultimi provengono dalla prefettura di Yamanashi). Tuttavia si sta investendo molto nella produzione del vino giapponese e stanno anche venendo stanziati diversi fondi per l’acquisto di terrene da adibire a vitigno e per l’acquisto dei materiali di produzione dall’Europa.

Cantina Lumiere

La prima tappa del mio Wine Tour a Yamanashi è stata la cantina Lumiere, in attività da 134 anni, dove ho anche avuto il piacere di gustare il loro pranzo-degustazione preparato da uno chef francese.

La produzione maggiore del Lumiere è il Koshu e da 10 anni hanno iniziato a specializzarsi nella produzione proprio di spumante Koshu che viene anche esportato in paesi come il Regno Unito ed Hong Kong. Il metodo di produzione è lo stesso dello Champagne e del Franciacorta e visitare la cantina con le bottiglie in attesa della sboccatura, mi ha fatto tantissimo sentire a casa, ricordandomi la mia visita alla Cantina Berlucchi.
Anche qui come da Berlucchi è conservata con grande riverenza una nota storica: il primo “barile” in pietra, dove in passato veniva messo il vino in maturazione. Ancora oggi questa “botte” viene utilizzata per la produzione dello speciale vino chiamato “Nishigura” (Nishi=Pietra).

Il terreno di questa cantina è molto vasto e permette quindi di produrre diversi tipi di vini sia bianchi che rossi, ma come dicevo ultimamente si stanno specializzando maggiormente su spumanti e orange wine. Durante il delizioso pranzo degustazione ho assaggiato ben 7 diversi vini, ognuno abbinato a piatti delicati e curati, provenienti dalla zona di Yamanashi come lo squisito salmone Kai pescato nei fiumi della prefettura o la Wagyu di Yamanashi, meno famosa agli stranieri rispetto alla carne di Kobe, ma altrettanto di qualità.

Cantina Chateau Mercian

La seconda tappa del Wine Tour a Yamanashi è stata invece da Chateau Mercian, il cui vino rosso è stato scelto per essere servito nella Business Class di Ana. Chateau Mercian ha diversi vigneti non solo nella prefettura di Yamanashi, ma anche in altre zone vinicole come Nagano, Fukushima e Katsunuma e grazie alla sapiente combinazione delle diverse uve, riesce a creare una discerta varietà di vini. La particolarità dei loro vigneti, è la presenza di rose davanti ai filari: le rose non sono infatti autoctone del Giappone, ed essendo un fiore molto delicato, osservandole si è in grado di capire immediatamente se qualcosa nel clima o nel terreno non sta andando come previsto e si riesce così ad intervenire per tempo e salvare l’annata.

La visita alle cantine Chateau Mercian è meno tradizionale e più interattiva: un interessante video esplicativo racconta la storia e la produzione del vino ed è presente una grande sala per ricevimenti e degustazioni direttamente nella cantina, separata dalle botti solamente da un vetro trasparente.
All’interno di questa cantina poi si trova anche un piccolo museo sulla produzione vinicola della zona di Yamanashi, interessante sebbene i pannelli esplicativi siano solo in Giapponese.

Nel negozio al piano superiore, oltre alle degustazioni interattive con comode slide in inglese presentate sugli ipad è anche possibile acquistare diversi vini “Winery Only” ovvero non commercializzati nei negozi, ma acquistabili solo venendo in visita alla cantina.

Molte altre sono le cantine visitabili nella prefettura di Yamanashi ed in estate si svolgono anche numerosi eventi e degustazioni legate al vino, perciò se siete amanti del genere, vi consiglio di inserire un wine tour a Yamanashi tra le escursioni da Tokyo, ma se avete più tempo a disposizione potete anche fermarvi a soggiornare qui e provare le calde acque termali di Isawa Onsen, vi invito ad approfondire sul sito della Prefettura di Yamanashi che mi ha invitata a questo tour.

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